[vc_row][vc_column][vc_single_image image=”1209″ img_size=”medium”][vc_column_text]Fu nel ‘700 un viaggiatore inglese in Italia a chiamarlo affettuosamente “L’Ulivo dei trenta zoccoli”, colpito dal gran numero di contadini che la chioma dell’albero ospitava. Avevano lasciato i loro trenta calzari ai piedi dell’ulivo.
Siamo in ottobre, la raccolta delle olive è ormai vicina e si risvegliano vecchi ricordi.
C’è stato un tempo in cui scene come questa erano frequenti nei nostri oliveti.
La squadra dei raccoglitori doveva essere molto numerosa per evitare che i tempi di raccolta fossero troppo lunghi. Era compito di un caposquadra formarla e preparare in tempo tutti gli attrezzi necessari, conservati con cura nel sottotetto di casa l’anno precedente.
Controllare il buono stato delle scale di legno, rammendare le reti da posizionare sotto le chiome degli alberi, scegliere tra i sacchi di iuta quelli migliori da riempire con le olive raccolte.
Tutto doveva essere pronto per il momento di inizio e tutto era intriso dell’odore un pò acre lasciato dalle olive negli anni passati.
Oggi non si usano più le scale. Le olive ancora verdi si fanno cadere giù con i pettini pneumatici manovrati da terra.
Non si usano più i sacchi di iuta. Le olive raccolte, dalle reti vengono riversate in cassette forate eliminando il rischio che possano riscaldarsi troppo durante il trasporto al frantoio.
Non ci sono più tanti contadini che affollano gli alberi intenti a raccogliere i frutti di un anno di lavoro.
Nel tempo sono cambiati i metodi di raccolta, perchè è giusto migliorare la qualità del lavoro e preservare quella del prodotto. Ma nulla potrà sostituire l’ansia con cui un buon olivicoltore aspetta ogni anno il momento d’inizio, sa bene quante sfide e avversità ha dovuto superare ogni singola oliva.
E’ il momento delle risposte certe alle aspettative ed alle tante domande sul buon esito delle cure date durante i mesi passati, dove tante volte abbiamo assistito basiti alle strane e non certo favorevoli manifestazioni climatiche.
Ancora più quest’anno, incrocio le dita e mi preparo curiosa a questa nuova avventura.
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Bentornato autunno, ti stavo aspettando!
Quando ero piccola l’autunno mi metteva molta tristezza. Forse perché seguiva l’estate luminosa o forse perché indicava il ritorno della regola scolastica. Non avvertivo che